Perché a Natale mangiamo il panettone?

Tra leggende e presente, un dolce che fa subito e solo Natale 


Lo conosciamo da sempre, il panettone, dal nostro primo Natale, diremmo. Lui che, tra tanti dolci tipici padroneggia con la sua forma prorompente, la sua crosta dorata e il suo ripieno più svariato, mettendo nell’ombra un altro simbolo natalizio, il rivale pandoro. 

A proposito, sareste pro Panettone o pro Pandoro? … Rinunciando al sondaggio perché per noi vince lui, il panettone, vogliamo raccontarvi tre leggende che si celano dietro questa bontà.

La prima leggenda  lo vuole invenzione di  Ugo, un falconiere di Ludovico il Moro, divenuto garzone nella bottega del pane di Toni, padre di Adalgisa, la fidanzata di Ugo. Una notte Ugo aggiunse una grande quantità di burro al pane che stava impastando. Ma non bastò. Nei giorni successivi, lo arricchì con lo zucchero e, sotto le feste di Natale, con uova, pezzetti di cedro candito e uva sultanina. Fu un successo: sulla tavola, a Natale, quasi non c'era milanese che non avesse il "pangrande" o il "pan del Toni" (da cui la parola panettone). Toni divenne ricco e i genitori di Adalgisa acconsentirono al matrimonio tra i due giovani.

La seconda leggenda, invece, ha come ambientazione la corte di Ludovico il Moro, durante un sontuoso banchetto di Natale. Qui, il cuoco aveva creato personalmente l'impasto di un dolce straordinario, la cui ricetta segreta si tramandava di padre in figlio, da secoli, all'interno della sua famiglia. Non tutto, però, andò per il verso giusto e il cuoco scordò di togliere per tempo il dolce dal forno, bruciandolo e rendendolo immangiabile. Per fortuna, un servo di nome Toni aveva tenuto per sé un po' dell'impasto del dolce ormai perduto a cui aveva aggiunto un po' di frutta candita, uova, zucchero e uvetta, per mangiarlo al termine del proprio lavoro. Il cuoco, scoperto l'impasto avanzato, decise di dargli forma di pane e portarlo comunque alla tavola del principe. Anche questa volta fu un successo: non solo il pan del Toni  piacque a Ludovico e ai suoi commensali, ma il cuoco fu obbligato a servirlo a tutti i banchetti natalizi degli anni successivi, e presto l'usanza si diffuse fra tutta la popolazione.

La terza e ultima leggenda vede protagonista  una suora: suor Ughetta, cuoca di un convento milanese e che, per Natale pensò di fare un dolce per le altre consorelle usando i pochi ingredienti disponibili nella dispensa del monastero. Al solito impasto del pane aggiunse uova e zucchero, canditi e uvette. Per benedire quel pane natalizio vi tracciò sopra, con il coltello, una croce. Le suore apprezzarono e anche questa volta, a Milano, il passaparola fu incredibilmente veloce: i milanesi cominciarono a fare offerte al convento per portare a casa un po' di quel pane speciale.

Lasciarsi avvolgere dal mistero di queste storie non può che arricchire di un ingrediente speciale il panettone e renderlo davvero, il protagonista assoluto tra le prelibatezze dolciarie natalizie. 

Per questo, come da tradizione nella cucina di Villa Torre Rossa, il nostro Chef Pasticciere ha sforato una nuova ricetta ricca di gusto, rigorosamente artigianale, soffice e irresistibile, unendo alla dolcezza del cioccolato caramellato le note fresche del mandarino, con una spolverata di codette di zucchero su una crosta profumata.  

Con la speranza di avervi solleticato curiosità ed appetito, vi auguriamo buon Natale e buon panettone! In alto le fette!

Per poter richiedere il nostro panettone vi aspettiamo presso Villa Torre Rossa. 


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